Italia, 2008
111 min.
Italia, anni ’80. Un tenace sindacalista viene “relegato” a dirigere una cooperativa di malati mentali, in un istituto psichiatrico, senza alcuna preparazione in materia. Qui, improvvisando e instaurando rapporti umani più autentici, tenterà prima di farsi accettare dagli ospiti e poi di aiutarli a reinserirsi nella società, attraverso il lavoro e la valorizzazione delle potenzialità “nascoste” di ciascuno. La cooperativa si specializza nella realizzazione di “parquet” artistici e ottiene diversi contratti. Ma il ritorno nel mondo “esterno” significa, per i protagonisti, anche il risveglio di altre dimensioni vitali, tra cui quella dell’autonomia, degli affetti, della sessualità. Alcune “complicazioni” su questo fronte porteranno ad un tragico evento, che metterà pesantemente in discussione tutto il progetto. Ma i cambiamenti innescati non si possono fermare…
Il film è un omaggio all’antipsichiatria di Franco Basaglia, promotore della legge 180/78, che impose la chiusura dei manicomi, oltre che al cruciale ruolo della cooperazione sociale – seppur tra tante contraddizioni – nella riabilitazione e integrazione di soggetti svantaggiati ed emarginati, gli “anormali” di foucaultiana memoria.
Interessante, inoltre, la rappresentazione del conflitto tra vita lavorativa e vita privata, incarnato nella difficile e litigiosa relazione tra l’ex sindacalista e la sua compagna, che mettono in scena la difficoltà di tenere insieme un legame affettivo a partire da impegni e appartenenze professionali molto distanti tra loro.
Una commedia agrodolce, a tratti fiabesca, che tratta temi delicati e ci induce ad interrogarci sul nostro rapporto con la malattia, la diversità, gli ideali.
Recensione di Alessandro Cafieri tratte da “Conflitti – Rivista di ricerca e formazione psicopedagogica” (www.cppp.it/conflitti)